Martedì 3 novembre 2015
alle 20.30
presso la Libreria Aseq in Via dei Sediari 10.
Relatori: Emanuela
Chiavarelli e Luigi
Pellini
Perché il simbolo del
labirinto, trapelante già nei graffiti preistorici come emblema del divino,
ofidico flusso creatore del Tempo, si ripropone, con sorprendente costanza,
lungo le tappe della storia umana, riattualizzandosi nei miti della Galassia,
nelle vicende del Minotauro, nei Misteri delle fanciulle solari sprofondate nei
gorghi inferi, nelle grottesche movenze dei Chierici lungo i meandri
pavimentali delle Cattedrali, fino alle fiabe delle principesse rapite dal
drago o alle tradizioni popolari dei Giochi di Troia (= “avvolgimento”;
“gomitolo”), retaggio del ratto della bellissima Elena? In che senso tutti
questi motivi si rapportano al diffusissimo mitema della luminosa “Parola
Perduta”? Perché il segreto del linguaggio archetipico, antico codice celeste
letto negli asterismi, affonda le sue origini nel labirinto e i primordiali
alfabeti si snodano a spirale come le danze dei cacciatori preistorici,
finalizzate a catturare la preda, o come i riti “con il filo”, miranti a legare
il sole? Il più arcaico simbolo del divenire rivela, all’indagine,
sfaccettature semantiche di incredibile complessità, snodandosi armoniosamente,
come il gomitolo di Arianna, fino ad interessare tutti i piani esistenziali.
Storie dimenticate, eventi tragici, riferimenti astrali inspiegabilmente
perduti si intrecciano, così, in un caleidoscopico gioco di relazioni che, se
stupisce per il sapiente intreccio delle analogie, conferma, nella visione
prelogica e mistica dei nostri predecessori una capacità sintetica di
straordinaria coerenza di cui – nel nostro rigido schematismo analitico –
avvertiamo ancora un confuso rimpianto.
Emanuela Chiavarelli, studiosa del sacro,
ricerca nelle attestazioni dei riti, dei miti, delle fiabe, delle tradizioni
popolari il retaggio di eventi realmente accaduti che ispirarono i cerimoniali,
i Misteri e la religiosità dei diversi popoli. Autrice di saggi antropologici,
come Sulle tracce della scarpina perduta (Roma, Il Calamaio 2005-6), o Il dio
Asino: il mistero di un’antica divinità (Roma, Tiellemedia 2006), ha già
pubblicato, per Bulzoni, Diana, Arlecchino e gli spiriti volanti. Dallo
sciamanismo alla “caccia selvaggia” (2007); Intarsi: momenti di Antropologia
(2009); La maschera e il Graal. Indagine sull’archetipo della “coppa” (2012).
Scrive e ha scritto per le riviste “Tema”, “Psicoanalisi Forense”,
“Psicoanalisi corporea”, “Studi sull’Oriente Cristiano” e “Arthos”. Ha
collaborato con la Cattedra di Antropologia Culturale presso la Facoltà di
Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Roma, La Sapienza.
Luigi Pellini nato nel 1953 Verona. Nel 1975 iniziò i numerosi viaggi a
Roma dove conobbe Igor Istomin e ne fu allievo devoto. Ha pubblicato tre saggi,
il primo “La nascita dello sciamanesimo” 1995 edizione privata, il secondo
titolato: “Il cappello dei magi” 2001 che tratta di un copricapo sacerdotale
del VI sec. a. C. trovato ad Oppeano, il paese dove vive . Un terzo libro
riguarda la rifondazione romana della città di Verona, dal titolo “Nascita di
una città tra architettura mistica e metafisica” 2012.
Ingresso libero fino ad
esaurimento posti (60).
Per qualsiasi ulteriore
informazione, è possibile contattarci direttamente allo 06 6868400 oppure, via
email, all’indirizzo info@aseq.it
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