Il lago di Paterno
Nel Comune di Castel Sant’Angelo si trova il lago di Paterno, l’antico lago di Cutilia (l’Umbilicus Italiae secondo le fonti), il lago sacro alla dea Vacuna, assimilata in età romana alla dea Vittoria e terra dei riti sacri Ver Sacra, i riti sabini che avrebbero dato origine a numerosissime popolazioni italiche (Piceni, Irpini, Pentri, Frentani) per la generazione di nuovi popoli.Sul lago insiste un imponente complesso conosciuto come i Fornici o Terme di Tito ed interpretato da alcuni studiosi come uno dei principali impianti termali della zona. Le strutture, sottoposte ad interventi di consolidamento statico e di restauro ad opera della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, presentano più fasi edilizie come manifestano le diverse tecniche murarie (opera quasi reticolata ed opera vittata).
Le recenti indagini, anche se molto limitate, hanno permesso di interpretare il possente muro, alto circa 11,40 metri e lungo circa 60 metri, come terrazzamento di un’imponente villa rustica. Il muro, costituito da 13 nicchie alternate a 14 speroni, presentava probabilmente un notevole impianto scenografico di alta suggestione grazie anche ad una serie di cascate realizzate mediante l’ausilio di strutture lignee. Alle spalle del muro si articolano diversi ambienti solo parzialmente investigati.
La fusione tra natura e sacralità, che fece dedicare questa terra all’antica dea Vacuna, non perse la sua forza con la cristianizzazione quando, proprio nei territori di confine tra Umbria, Lazio e Abruzzo, fiorì l'eremitismo delle origini e vi ebbero i natali, esercitando la loro vita religiosa, santi e beati di grande rilievo per la storia della Chiesa quali San Benedetto, San Francesco, Santa Rita, San Felice ed altri.
L'intera area, identificata come "Aquae Cutiliae", si estende per quattro chilometri lungo il percorso della Salaria, tra le località di Caporio e il villaggio di Paterno. Notevoli sono stati i rinvenimenti archeologici negli ultimi cento anni in occasione di lavori agricoli e stradali che hanno rafforzato la convinzione degli studiosi di trovarsi realmente in presenza del luogo riportato da Varrone con la denominazione di "Umbilicus Italiae", ombelico d'Italia.
In particolare, il maggiore dei laghi situato presso il villaggio di Paterno, potrebbe corrispondere al "Lacus Cutiliae" (nome che sembra derivare dal greco "cotile", bicchiere, cavità, ciotola), sacro alla dea Vittoria o Vacuna fin dal tempo dei mitici Aborigeni e Pelasgi, sul quale fluttuava un'isoletta. Esisteva infatti la credenza del popolo dei Pelasgi, che avrebbero avuto continuità soltanto se avessero trovato un’isola all’interno di un lago. Qui la trovarono ma è probabile che l'isola fosse formata da un intreccio di tronchi e rami. Varrone segnalava l’esistenza di un’isola flottante all’interno del lago legata al culto delle Lymphe Commolites, divinità legate all’elemento acquatico e da cui prendono il nome per il movimento dell’isola.
Nel 79 d.C. Vespasiano e suo figlio Tito nel 81 d.C. trovarono qui la morte, sembra per un bagno in acqua troppo fredda per le loro condizioni di salute.
Il lago di Paterno ha origine dalla formazione di una “dolina”, una cavità superficiale dovuta a fenomeni carsici. Proprio tali fenomeni naturali, nonché l'esistenza di un emissario sotterraneo, sono alla base di un continuo movimento del fondo della cavità che causa quindi variazioni della sua profondità oscillanti tra i 37 e i 54 metri. Il lago si trova a 430 m sul livello del mare ed il suo specchio d'acqua misura circa 190 metri e 150 di larghezza.
Vicino al lago di Paterno si trovano altri due laghetti di origine carsica: il Lago di Mezzo e il Lago Piccolo, volgarmente detto Pozzo di Burino.
La Dea Vacuna
La divinità principale dei Sabini era la Dea Vacuna. Fu identificata come la dea dei campi e della natura, ma in particolare fu associata alla personificazione della Vittoria. Le testimonianze del culto di questa divinità risalgono alla fine dell’età repubblicana e prima età imperiale.Il lago di Paterno, nel comune di Castel Sant’Angelo, era alimentato da una sorgente salutare e sacra proprio alla dea Vacuna.
Nel lago fluttuava una piccola isola appena emergente dalle acque e Varrone ricorda il culto arcaico e probabilmente oracolare legate alle Lymphae Commotiles, così chiamate dallo spostarsi dell’isola.
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