martedì 24 maggio 2011

ENTRIAMO NEL MONDO MISTERIOSO E ARCAICO DEL LABIRINTO 3


 



Siamo al terzo appuntamento.
Stavolta parleremo dei labirinti dopo l’avvento del Cristianesimo. Questo simbolo cambia valenza e acquisisce un significato salvifico.
Vengono costruiti  labirinti sui pavimenti e sulle pareti delle chiese.
Due esempi sono quello di Lucca e quello di Chartres.



 Labirinto di Lucca
 (foto di Filippo Agostini)


 Disegno Labirinto di Chartres

Questi labirinti sono a 11 circuiti e sono suddivisi, come quelli romani, in quattro settori che però si percorrono in successione.
Quello di Lucca si trova sulla parete d’ingresso della chiesa di San Martino, la Cattedrale, e si può percorrere con il dito: è l’antesignano del moderno finger-labyrinth di cui parleremo in seguito.
Quello di Chartres oggi è coperto di sedie. Viene scoperto solo il venerdì e in occasioni speciali, quindi consiglio chi vuole andare a visitarlo e a percorrerlo di informarsi prima.
Questo tipo di labirinto veniva chiamato “il cammino di Gerusalemme” in quanto veniva percorso in ginocchio da chi non poteva effettuare il pellegrinaggio in Terra Santa.
Particolari le piante dei labirinti della Cattedrale di Amiens e di Reims (quest’ultimo distrutto nel 1778).

                                                                             Labirinto della Cattedrale di Amiens

 
 Labirinto della Cattedrale di Reims
                                                                      
In Italia ricordiamo quello di S. Vitale a Ravenna (si tratta di un mosaico pavimentale posto sotto la cupola), quello di San Michele Maggiore a Pavia (pavimentale anche questo: ne resta solo una parte in quanto l’altra è stata coperta da un altare nel 1592), San Pietro a Pontremoli (lastra di arenaria)  che apre anche un altro discorso che non si potrà affrontare in questi brevi cenni sul labirinto: il significato dei labirinti lungo le strade dei pellegrinaggi, in questo caso la via Francigena (Lucca, Pontremoli, Pavia).
Interessante l’uso che ne veniva fatto dal clero sempre in epoca antica in occasione della Pasqua.
Gernot Candolini nel suo libro Scoprire se stessi nel labirinto (Querinaria, Brescia, 2005) a pag. 22 scrive: “il labirinto nelle chiese gotiche veniva usato per una cerimonia pasquale: al vespro pasquale il decano o il vescovo danzava attraverso il labirinto “in tripudium”, battendo tre volte energicamente i piedi per terra, mentre i sacerdoti ballavano in cerchio intorno ad esso. La palla giallo oro, procurata dal sacerdote più giovane, veniva continuamente lanciata in avanti e indietro tra i sacerdoti e il decano. La palla simboleggiava il sole pasquale che sorge sul labirinto della vita. Dopo la danza pasquale si teneva un gran banchetto.”
Questa descrizione mi sembra una bellissima immagine che lega il labirinto alla spiritualità dell’uomo come è stato sin dalla sua origine.
Peccato che con il tempo si sia perso il valore di questo rito.
Candolini, che ha ritrovato le prove di questa cerimonia in alcuni registri parrocchiali di chiese francesi, afferma che essa venne soppressa con Decreto del Parlamento francese nel 1538.
Siamo già alla fine del nostro terzo appuntamento. Il prossimo sarà sul labirinto in epoca rinascimentale.

1 commento:

  1. cercavo da tempo accenni sui labirinti, ti ringrazio immensamente.

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